Tituba nasce tra le case di schiavi di una piantagione delle Barbados all'inizio del 1600, frutto dell'abuso che sua madre Abena ha subito durante il viaggio verso le Barbados da un marinaio bianco della nave inglese Christ The King, che aveva il compito di trasportare schiavi verso le colonie.
Nonostante sia nata dall'orrore Tituba cresce tra l'amore di sua madre, che però morirà dopo pochi anni dalla nascita della figlia, del suo padre adottivo Yao e dell'anziana Man Yaya, una curatrice africana che che si occuperà di lei alla morte di Abena e le insegnerà la magia, che diventerà parte stessa della natura di Tituba.
Gli anni passano inquieti, Tituba cresce diventando una donna dal carattere forte e passionale. Alla morte di Man Yaya guadagna la sua libertà e abbandona finalmente le baracche degli schiavi per trasferirsi in una casa solo sua, isolata nelle campagne circostanti.
Ma quella passione, quella fame di vita che da sempre sembra attanagliare lo stomaco di Tituba, alla fine prende il sopravvento e la fanciulla si innamora di un giovane schiavo di nome John Indian. Un amore travolgente, totalizzante, profondamente fisico e carnale, che però legherà di nuovo i suoi polsi con le catene della schiavitù e si rivelerà infine tremendamente amaro ed egoista. Avrà inizio per Tituba una vita fatta di viaggi, di nuovi padroni che la vendono e la acquistano stravolgendo più volte la sua esistenza, di amori e amanti, alcuni teneri altri passionali, ma nessuno abbastanza forte o coraggioso da restare al suo fianco.
Tra questi viaggi uno la condurrà a Salem nel 1692, in cui arriverà come schiava del Reverendo Parris ma in poco tempo verrà accusata di istigare le giovani bianche a sodalizi con il Maligno e perseguitata come strega.
Ma Tituba, che strega lo è davvero, riuscirà a salvarsi con le sue arti (non solo magiche), proseguendo il suo doloroso percorso in questa vita, fatta di incontri profondi, passioni e amori, alcuni amari e altri dolci, fino a conquistare un potere e una reputazione che incuterà in chiunque incontri timore e rispetto.
Quella di Tituba è la storia difficile, impietosa e crudele di una donna potente, capace di amare e odiare smisuratamente, conscia del potere che possiede e che sa come usarlo per difendersi e vendicarsi di un mondo che non fa che calpestarla, usarla, tradirla e oltraggiarla.
I personaggi sono tutti ben descritti, ognuno di loro lascia un segno nel lettore, alcuni delle cicatrici dolorose, altri carezze tenui, tutti emozionano e vengono descritti nel loro essere profondamente umani, terreni. Così come profondamente umana e terrena è anche Tituba, schiava del suo essere, delle sue passioni, delle sue pulsioni e dei suoi sentimenti, a tratti anche del suo immenso potere, ingenua e premurosa quanto spietata e terribile. In ogni caso immensa, totale, perfetta in ogni sua imperfezione e debolezza, vera.
Il linguaggio rimane sempre in qualche modo delicato seppur a tratti diventa brutale e schietto come le vicende che il romanzo racconta.
Io, Tituba strega nera di Salem è un libro che vale davvero la pena leggere, le vicende di Tituba sono ben più grandi della solo parentesi di Salem e attraversale insieme a lei non potrà che trasportare il lettore in una dimensione dove vita e magia camminano sempre l'una accanto all'altra, senza confini precisi.
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